Il Senato accademico boccia la chiusura del Dipartimento di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio e Ingegneria Chimica. Con 7 voti contrari (i docenti Perrelli, Veltri, Stancati, Migliori, il rappresentante del p.t.a. Ciano, gli studenti Leonetti e Caruso), 6 favorevoli e 5 astenuti, il Senato accademico dell’Unical, riunito stamattina in seduta straordinaria, ha respinto a maggioranza la proposta di disattivazione del dipartimento diretto da Girolamo Giordano. La proposta era stata avanzata dal Rettore, contando su una maggioranza che invece gli è venuta meno. Un nome per tutti, Nicola Leone, al momento della votazione è uscito dall’aula.
La questione è delicata e riguarda lo scioglimento di un dipartimento non per decisione propria ma dall’alto, nel momento in cui viene meno il numero minimo di 35 docenti previsto dai regolamenti. Il Diatic si è venuto a trovare in questa situazione a dicembre scorso, dopo il trasferimento, a lungo rinviato, di un gruppo di docenti verso altre strutture. Se il Dipartimento non sarà capace di rientrare nei numeri minimi, si era stabilito in Senato, la chiusura sarà inevitabile. Ma sui tempi e sulle modalità della chiusura, i pareri sono evidentemente discordanti. C’è chi vorrebbe un’azione immediata, come il Rettore, e chi invece, come il direttore Giordano, difende l’autonomia e la ricchezza scientifica del suo gruppo e chiede tempi più lunghi per riorganizzarsi. In mezzo ci sono mille ragioni, non ultima la prossima campagna elettorale per il rettorato, ma soprattutto c’è un nodo, mai affrontato veramente, che riguarda la genesi stessa dei dipartimenti dell’Unical: aggregazioni nate all’epoca della riforma Gelmini, ognuna secondo un disegno diverso, senza alcuna omogeneità o progetto d’insieme. Adesso si vorrebbe mettere mano alla confusione iniziale, magari razionalizzando un po’ il quadro, sacrificando qualche anello debole, senza intaccare più di tanto gli equilibri generali.
Il voto contrario del Senato però non potrà essere ignorato, anche qualora il Magnifico decidesse di portare il caso in CdA, dove i numeri non gli mancherebbero di certo.
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