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Truman Capote apre la rassegna “il Cinefilo” al DAM dell’Unical

“A sangue freddo”, titolo originale “In Cold Blood”, è il film di Bennet Miller, che ha inaugurato la rassegna cinematografica ilCinefilo, organizzata dalle associazioni Entropia e iCinepresi, giorno 4 aprile presso il Dam. Il film, uscito nel 2005 negli USA è basato sulla storia che ha portato alla scrittura dell’omonimo romanzo-inchiesta, negli anni Sessanta, da parte dell’intellettuale Truman Capote. La visione è stata guidata dal giornalista Alfonso Bombini, che, dopo aver introdotto la trama, e quindi le famose vicende che portarono alla scrittura da parte di Capote del romanzo, ha orientato la riflessione su aspetti culturali e sociali che emergono dal film, con interessanti note tecniche e aneddoti su attori, regista, fotografia e personaggi.
Il film racconta la storia del giornalista, scrittore e saggista Truman Capote, autore del best seller “Colazione da Tiffany”, che dopo aver letto sul New York Times di un efferato quadruplice omicidio, decide di partire per il Kansas per approfondire le dinamiche del crimine. Gli esiti delle sue ricerche saranno raccontati dettagliatamente nel romanzo, che pubblica nel 1966 presso Random House, dopo l’uscita a puntate sul New Yorker tra settembre e ottobre 1965, dopo circa 6 anni dalla strage.
Capote va in Kansas insieme all’amica di storica data Nelle Harper Lee, autrice del cult statunitense “Il buio oltre la siepe”, che lo aiuterà nelle ricerche, subito infatti si accorge che la comunità preferisce aprirsi ad una persona più “normale”, come Nelle. Capote è omosessuale e, come si evince dal film, la cosa non passa inosservata nella piccola comunità del Kansas, forse è questo il motivo per cui rigetta le etichette e i facili giudizi, e vuole andare fino in fondo alla storia, vuole conoscere e comprendere la logica, i pensieri e le emozioni dei due assassini, senza che loro “abbiano paura di cosa lui possa pensare”. Il giornalista/scrittore non si ferma alle apparenze, racconta la vita privata dei due assassini, riconoscendo in loro un’umanità negatagli dalla società dopo il feroce gesto. 
“A sangue freddo” ha rivoluzionato il modo di fare cronaca e di intendere la scrittura e il ruolo dello scrittore negli Stati uniti, dopo l’uscita del romanzo Truman Capote, sconvolto e logorato dal tormentato percorso di indagine e pubblicazione della storia, non scriverà più.
Philip Seymour Hoffman vinse l’Oscar come migliore attore protagonista, per una brillante interpretazione che restituisce al pubblico il dipinto di un umanista dei nostri tempi, la storia di un libro che vuole raccontare la verità senza fermarsi davanti a tabù e scontati giudizi morali.
I prossimi appuntamenti, sempre trame all’intreccio di cinema e letteratura, saranno di lunedì, sempre al Dam alle ore 20:30. Lunedì 9 proiezione di Pasolini di Abel Ferrara, 2014 con l’introduzione di Bruno Roberti, lunedì 16 Urlo di R. Epstein e J. Friedman, 2010 con l’introduzione di Richard Kidder e infine lunedì 23 Violette di Martin Provost, 2013 con l’introduzione di Giovanna Vingelli.

Maria Pia Belmonte

FaC

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